Parametri forensi incentivano Mediazione

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Nelle nuove tabelle con i parametri previsti per la liquidazione degli onorari degli avvocati, sono presenti alcune interessanti novità. Una in particolare sembra piuttosto importante, ed è riportata nella relazione accompagnatrice del nuovo D.M, attualmente all’esame del Consiglio di Stato e successivamente, delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato.

Nei nuovi parametri, ove approvati, viene detto, per quanto riguarda le questioni stragiudiziali, che quando “l’affare” si conclude con una conciliazione, il compenso è aumentato sino al 40 per cento rispetto a quello liquidabile in base ai parametri altrimenti rilevanti per l’attività stragiudiziale. In pratica, viene incentivata la soluzione non conflittuale, rispetto a quella giudiziale che viene considerata come l’extrema ratio, in attuazione del principio costituzionale di proporzionalità nell’uso della risorsa giudiziaria a sua volta direttamente connesso con quello del giusto processo e della ragionevole durata collettiva della complessiva dinamica giudiziaria.

E’ inoltre previsto, in caso di conciliazione durante il giudizio, che quando il procedimento si conclude con una conciliazione il compenso è aumentato fino al 25% rispetto a quello ordinariamente liquidabile. Si conferma, quindi, la valutazione positiva, e la preferenza, per l’attività forense diretta alla conciliazione, nella stessa ottica sopra indicata in riferimento all’attività stragiudiziale.

E’ quindi evidente il vantaggio che l’avvocato ha, nel caso di transazione anche attraverso la procedura di mediazione, rispetto ad una causa ordinaria; anche perché, come detto, si deve tenere presente la possibile riduzione, in caso di questione che sia stata gestita senza particolare impiego di risorse, speditamente e in assenza di questioni rilevanti; il tutto a discrezione del giudice. Il rischio di vedersi liquidati, dopo anni di causa, una parcella ridotta del 50% è quindi forte, mentre costituisce sicuramente un incentivo alla conciliazione, sia stragiudiziale che giudiziale, l’aumento previsto dai nuovi parametri rispettivamente del 40 e del 25%.

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