Professionisti senz’albo anche i Mediatori?

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Arriva la legge per i professionisti senz’Albo: ecco le nuove regole per un milione e mezzo di operatori

Il SOle24Ore

Per le professioni «senz’albo» il Natale arriva in anticipo. La commissione Attività produttive della Camera ha approvato ieri la legge che li riguarda. Il provvedimento è stato votato dalla maggioranza qualificata (il 50% più 1) ed è passata con 20 voti favorevoli, due contrari e un astenuto. Dato che la Commissione è composta da 45 persone, il rischio di non farcela è stato molto alto fino all’ultimo.

È la prima volta che tutte le “arti e professioni” che sono nate negli ultimi anni hanno trovato una norma che li riconosce. La legge, definita «Disposizioni in materia di professioni non regolamentate», sancisce, in 11 articoli, regole non obbligatorie, per l’esercizio dell’attività nel mercato. Stiamo parlando di attività che esistono, alcune da molti anni, altre più recenti, e che “sul campo” hanno trovato una loro clientela, come gli osteopati, i grafologi, i sociologi, i kinesiterapisti, i councelor, gli amministratori di condominio e molti altri. Un elenco esaustivo non esiste, e anche sul numero ci sono cifre diverse. Per alcuni questi professionisti sono poco più di un milione e mezzo, per altri arrivano a tre milioni. Una massa di lavoratori autonomi, quindi, che finora ha operato senza un “sentiero comune”. È da tempo che chi svolge queste attività professionali cerca un “riconoscimento”: e anche qui i numeri non sempre coincidono, per alcuni sono vent’anni, per altri addirittura trenta. A creare le condizioni per giungere ad avere una legge ad hoc è stata l’Unione Europea, che da tempo sta lavorando per facilitare la libera circolazione del lavoro.

La legge approvata ieri non impone nulla, a partire dall’iscrizione a un’associazione (obbligo che, invece, esiste negli Ordini); lascia ampia libertà di scelta, indicando, però, il sentiero da seguire. Non esiste, dunque, l’obbligo di essere iscritto a un’associazione, ma chi sceglie di farlo deve attenersi ad alcune regole. Così come la stessa associazione ha l’obbligo di svolgere una serie di compiti che vanno dalla formazione, alla gestione delle controversie.

Finora ogni professione non regolamentata si è mossa da sola per cercare di porre le basi per un’offerta di qualità. Una strategia scelta da alcune di loro è stata quella di rivolgersi all’Uni (l’Ente nazionale di normazione) per avere una norma tecnica. E la legge approvata ieri promuove proprio l’autoregolamentazione volontaria (articolo 6) attraverso l’Uni.

Gli Ordini non nascondono la loro delusione. Diverse professioni ordinistiche, come i commercialisti e gli psicologi, hanno sottolineato il rischio di confusione che sarà generato dall’uso del termine “professionista” esteso anche a chi non ha fatto un esame di Stato. Questo timore è diventato un cavallo di battaglia della parlamentare Maria Grazia Siliquini, che fino all’ultimo ha cercato di far modificare il testo della norma approvato ieri e che dopo il voto ha detto: «Alla prossima legislatura spetterà il gravoso compito di rivedere i termini di questa legge e risanare gli errori compiuti». Di contro i presidenti delle associazioni come Arvedo Marinelli (Ancot), Luigi Pessinna (Ancit), Riccardo Alemanno dell’Int e Roberto Falcone (Lapet) – tutti tributaristi – non trattengono la loro soddisfazione: non si tratta però di un traguardo, tendono a sottolineare, ma di un importante punto di parteza. Secondo Giorgio Berloffa, presidente di Cna professioni, un grande merito va alla presidente della commissione, Manuela Dal Lago, per come ha condotto a compimento l’intero iter. E aggiunge: «Ringrazio Siliquini, ma la sua tenacia e determinazione meritavano una causa migliore».

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