24-07-2012 La mediazione chiude una causa su sei !!

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La mediazione chiude una causa su sei 

Il Sole 24 Ore – 23 luglio 2012

La mediazione civile chiude una lite su sei. Sono circa 14mila gli accordi raggiunti sulle 84mila istanze esaminate presso gli organismi di mediazione da marzo 2011 a maggio scorso. Le domande di conciliazione hanno superato quota 125mila nei primi 14 mesi di obbligatorietà della procedura. In testa c’è la Rc auto. Mentre arrivano i primi segnali di riduzione dell’arretrato nei Tribunali.


 

Giovanni Parente

Roma non è stata fatta in un giorno. Con le debite proporzioni, alla media-conciliazione non è bastato poco più di un anno per conquistare i cuori degli italiani. Qualche risultato si è visto, ma la strada per arrivare a un argine resistente e duraturo alla continua crescita del contenzioso civile è ancora lunga. I primi 14 mesi dell’obbligo di conciliazione (da marzo 2011 a maggio 2ot2) mettono in archivio poco più di 14mila accordi raggiunti tra le parti in causa: in pratica una lite su sei di quelle già passate al vaglio degli organismi di conciliazione (sono poco meno di 84mila) si è conclusa senza il passaggio in Tribunale. La ricognizione effettuata dalla direzione generale di statistica del ministero della Giustizia sottolinea come il vero limite sia ancora quello della presenza della controparte davanti al mediatore: in due casi su tre non si presenta. È questo uno dei punti su cui bisognerà far leva nei prossimi mesi. Anche perché quando le due parti si incontrano per tentare di trovare una soluzione non contenziosa nel 50% delle volte ci riescono. E le percentuali sono molto più alte per le liti di piccolo valore: quando la posta in gioco non supera i mille euro la quota di strette di mano arriva addirittura al 64,6 per cento. E c’è un altro aspetto da considerare. Si verificano sempre più spesso casi in cui le parti si trovano fuori dall’organismo di mediazione per comporre la questione che le vede contrapposte, senza arrivare poi a doversi incontrare in Tribunale o dal giudice di pace, a seconda della competenza in materia. Il meccanismo ha dei limiti “strutturali”, come rilevato anche dalla Commissione europea nelle osservazioni inviate alla Corte di giustizia che sarà chiamata a decidere sulla compatibilità della disciplina sulla mediazione (il Dlgs 28/2010) con le norme comunitarie. Due i punti censurati: la previsione che il mediatore possa e, a volte, debba formulare una proposta di conciliazione che le parti sono indotte ad accettare per evitare di incorrere in determinate sanzioni economiche; le penalità a carico della parte vincitrice che rifiuta la proposta di accordo (esclusione dalla ripetizione delle spese processuali e di mediazione, obbligo di corrispondere quelle sostenute dal soggetto soccombente, pagamento di una somma pari al contributo unificato dovuto per il giudizio). Al di là di questi rilievi, restano ostacoli di natura culturale. Primo di tutto, la difficoltà di un cambio di mentalità in tempi brevi: passare dalla logica della contrapposizione a quella della composizione bonaria. Poi, la freddezza (se non l’aperta opposizione) con cui l’avvocatura ha accolto l’obbligatorietà della procedura. Il vero banco di prova sarà nei prossimi mesi. L’obbligo di mediazione è stato esteso dal 21 marzo scorso anche al risarcimento danni automobilistici e alle liti condominiali. L’effetto è evidente già a fine maggio. In appena due mesi la Rc auto si è presa il primato delle istanze di conciliazione presentate: quasi il 20% (circa 12mila su un totale di 65mila dall’inizio del 2012). Non era difficile attenderselo visto che ogni anno ci sono 300mila nuove cause di risarcimento. Se si allarga il campo di osservazione, il trend dei procedimenti di cognizione ordinaria nei tribunali (sono esclusi separazioni, fallimentare, lavoro e previdenza) mostra un calo dei nuovi fascicoli (-8,5% tra il 2010 e il 2011) e anche delle pendenze (-3%). Merito anche degli altri filtri come il contributo unificato e i nuovi riti ma è il segnale di una prima inversione di rotta.

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