Chiusi i lavori della Commissione ADR

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Fino a 100 mila euro di esenzione sull’imposta di registro, proroga di sei anni sull’obbligatorietà della mediazione civile e commerciale ed estensione in materia di subforniture, franchising e leasing mobiliare non finanziario. Queste le punte di diamante delle proposte di modifica varate dalla commissione ministeriale di riforma delle Adr (Alternative dispute resolution), che ha ultimato i lavori con un pacchetto di soluzioni già presentate al ministro della giustizia Andrea Orlando, per ottimizzare il ruolo della mediazione in Italia e ridurre notevolmente i tempi lunghi nelle aule di tribunale. Oltre a queste le novità riguardano altri ambiti di intervento, come anticipato da alcuni membri del tavolo dei lavori come Giovanni Giangreco Marotta presidente di Assiom (Associazione italiana degli organismi di mediazione) e di Primavera forense, organismo di mediazione civile e camera arbitrale di Roma, e da Guido Alpa, presidente della Commissione ministeriale e docente ordinario di diritto civile alla Sapienza. Nel programma di riforme si aggiungono l’obbligo esplicito della presenza personale dei soggetti in lite, l’eliminazione del primo incontro preliminare delle parti, una riduzione sostanziale delle tariffe ad importo forfettario in caso di verbale negativo al primo incontro e spese della mediazione detraibili dal contributo unificato. Le novità coinvolgono non solo aziende e cittadini ma anche le pubbliche amministrazioni, con l’obbligo di prendere parte attiva alla mediazione esonerando da qualsiasi responsabilità il funzionario delegato. Questo per snellire i tribunali da tutte quelle possibili cause che possono essere risolte grazie all’attivazione della comunicazione tra le parti, con il sostegno di mediatori esperti in diversi settori, per arrivare a un punto di accordo reciproco senza sopportare il peso durissimo della sentenza che favorirebbe solo una delle parti in lite, a discapito del soccombente in sede di giudizio che dovrà quindi pagarne tutte le spese. Ma soprattutto per ridurre i tempi estenuanti della giustizia italiana, oberata da moltissime cause pendenti (e a volte futili) che invece possono essere risolte nell’arco di pochissimi mesi. Un pacchetto di riforme che mira quindi a diffondere una robusta cultura della mediazione nella penisola con costi notevolmente ridotti, agevolazioni sui contributi e la presenza costante delle parti, supportate dai mediatori con innovative tecniche di comunicazione che prevedono un avvicinamento graduale dei soggetti in lite in cui il professionista, con diverse sedute ah hoc, può far stemperare gli animi per raggiungere esiti positivi di verbali con accordo.

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