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Dal dettagliato rapporto del Centro Studi di Confindustria dal titolo “La Giustizia più veloce accelera l’economia“, riportiamo di seguito il paragrafo intitolato “Promuovere la mediazione“.

<puntare sugli strumenti di soluzione delle liti alternativi al giudizio. Con l’obiettivo di aumentare le conciliazioni stragiudiziali e ampliare il ricorso alle soluzioni bonarie, gestite direttamente dal giudice o dai consulenti tecnici nominati dal giudice. Allo stesso tempo, deve essere chiaro che questi sistemi funzionano, e costituiscono quindi un fattore di riduzione della domanda di giustizia, solo se il sistema giudiziario è efficiente, perché altrimenti la parte in torto continuerà a evitare la composizione amichevole della controversia per approfittare dei tempi lunghi dei processi.

In quest’ottica, è bene potenziare la mediazione, perché è uno strumento che consente a cittadini e imprese di chiudere le liti in tempi ragionevoli e a costi contenuti. Come ha fatto il decreto legislativo 28/2010, per favorire la soluzione delle controversie fuori dalle aule dei tribunali e con l’ulteriore vantaggio di non compromettere le relazioni preesistenti. Ciò è particolarmente importante per i rapporti tra imprese, che, per loro natura, sono destinati a durare nel tempo e su cui, invece, la controversia giudiziaria normalmente incide in modo traumatico.

L’approvazione e la prima applicazione delle nuove regole sono state accompagnate da un vivace dibattito, provocando reazioni negative in alcuni settori dell’avvocatura. L’ultimo decreto milleproroghe ha rinviato di un anno l’obbligatorietà della mediazione per alcune tipologie di controversie (cause condominiali e risarcimento danni da sinistri stradali), mentre ha confermato la sua entrata in vigore a partire dal 20 marzo 2011 per tutte le altre materie originariamente previste, tra cui: contratti bancari e finanziari, locazione e patto di famiglia.

Si tratta di una soluzione di compromesso, che fa salvo il principio dell’obbligatorietà, l’unico in grado di assicurare alla mediazione adeguata diffusione, soprattutto nella fase iniziale, e quindi di deflazionare il contenzioso giudiziario. Il successo della mediazione, a lungo andare, è comunque legato alla professionalità e all’affidabilità che sapranno garantire gli organismi di formazione dei mediatori e i mediatori stessi. È dunque necessario che il Ministero della Giustizia verifichi adeguatamente la competenza di questi soggetti.

Questo però non basta. Affinché la mediazione obbligatoria si imponga è anche necessario che si realizzi un vero e proprio cambiamento di mentalità rispetto al tradizionale approccio conflittuale al processo da parte di tutti i soggetti coinvolti e in particolare della classe forense. Un cambiamento verso un nuovo modello più moderno e liberale del sistema giustizia.>>

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