Lettera aperta ASS.I.O.M.

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Lettera aperta al Presidente del Consiglio e al Ministro della Giustizia

Lettera aperta al Presidente del Consiglio e al Ministro della Giustizia

Caro Ministro Orlando e Caro Presidente Renzi, la strada imboccata per il tracollo definitivo della giustizia e della mediazione civile è quella giusta:
Vi facciamo noi due proposte.

Siamo l’Associazione Italiana degli Organismi di Mediazione – ASS.I.O.M., costituita a tutela degli interessi di 750 organismi di mediazione, di 2.835 sedi secondarie degli stessi organismi, di circa 10.000 mediatori professionisti attivi nel sistema mediazione Italia.

La mediazione civile, nel 2012, ha consentito allo Stato un risparmio di 5.000.000 di euro e un incasso di 14.000.000, per un totale di 19mln di euro (si veda analisi economica della mediazione civile a cura dell’Ufficio Studi ASS.I.O.M. http://assiom.it/analisi-economica-della-mediazione-civile/).

La ASS.I.O.M. Vi scrive in merito alle dichiarazioni rilasciate ieri, 23 Aprile 2014, in Commissione Giustizia del Senato della Repubblica, nel corso dell’audizione del Ministro della Giustizia, in merito alla volontà di introdurre le camere arbitrali e la negoziazione assistita.
In proposito, riteniamo auspicabile l’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano di ulteriori strumenti alternativi al giudizio ordinario perchè necessari a rendere più efficiente la giustizia civile.
Ma sarebbe un gravissimo errore considerare la negoziazione assistita come alternativa anche alla mediazione civile. Altrettanto grave sarebbe non prevedere la possibilità di gestire le procedure arbitrali anche attraverso gli organismi privati che ne abbiano i requisiti.

Ricordiamo che le ultime statistiche del 2013 pubblicate dal Ministero della Giustizia ci dicono che nel 29,90% delle procedure gestite dagli ordini degli avvocati le parti sedute al tavolo della mediazione civile riescono a raggiungere un accordo. Il trend di successo sale fino al 49,50% se a gestire le procedure di mediazione sono gli organismi privati.
Sarebbe dunque un errore non prevedere che quegli organismi privati, in possesso dei requisiti necessari, non possano dare il proprio contributo anche nel settore dell’arbitrato.
Ciò anche per la necessità di garantire la libera concorrenza tra pubblico e privato, come previsto dalla normativa europea, necessaria anche per elevare gli standard qualitativi.

Quanto alla negoziazione assistita, nella proposta di legge 1474 presentata il 1° agosto 2013 alla Camera dei Deputati – relativa proprio all’istituzione delle camere arbitrali dell’avvocatura presso gli ordini forensi e alla disciplina della procedura di negoziazione assistita – si legge che la parte “è dispensata dall’obbligo di mediazione se in negoziazione assistita non si trova l’accordo o se non riceve risposta alla raccomandata con la quale invita la controparte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita”.
In proposito, si ricorderà certamente il tentativo di conciliazione che precedeva il ricorso al Tribunale del Lavoro. Accadeva che, dopo aver inviato una raccomandata alla Direzione Provinciale del Lavoro, senza che la stessa desse risposta, oppure, dopo aver fatto ore di fila in uffici affollati e chiassosi per ritirare l’“attestato” di avvenuto tentativo di conciliazione, l’avvocato poteva finalmente adire le vie legali.
Nel 2010 l’obbligo del tentativo di conciliazione nelle controversie di lavoro è stato abrogato perché inefficiente e inutile. Il CNF oggi sembra riproporre lo stesso meccanismo anche per la negoziazione assistita: inviare una raccomandata o compilare un verbale di mancato accordo e andare poi dritti al processo. Con la sola differenza che la mediazione civile ha iniziato a funzionare veramente e tanti cittadini e imprese ne sono soddisfatti. Nel 2012 in mediazione civile sono stati siglati 18.357 accordi e nel 2013, anno senza l’obbligatorietà, 5.715.
La strada imboccata per rilanciare l’efficienza della giustizia civile e dare maggiori garanzie di tutela dei diritti a cittadini e imprese, pertanto, non è quella indicata dal CNF e dagli altri protagonisti del processo seduti al tavolo delle riforme.
Riteniamo che un serio tavolo delle riforme debba vedere la partecipazione dell’ASS.I.O.M. in rappresentanza di tutti quegli organismi di mediazione che hanno dimostrato di avere un ruolo fondamentale per l’efficienza della giustizia. Organismi che, peraltro, vedono nelle proprie liste dei mediatori tanti avvocati, commercialisti, notai e magistrati a riposo.

Caro Ministro Orlando, anche noi Le facciamo due proposte per deflazionare il contenzioso civile:

1) Estendere ad altre materie l’obbligatorietà della mediazione civile
L’ASS.I.O.M. propone di estendere ad altre materie l’obbligatorietà della mediazione civile quali i contratti d’appalto, tutte le inadempienze contrattuali, qualunque azione di richiesta di risarcimento dei danni, tutte materie che notoriamente ingolfano i Tribunali e potrebbero essere invece ampiamente smaltite, vista la loro natura, con la mediazione. Così facendo aumenterebbero il numero delle mediazioni e, conseguentemente, la diffusione della cultura della mediazione civile e la riduzione dei processi.

2) Potenziare la mediazione civile delegata dal Giudice

La mediazione civile delegata dal Giudice consente di selezionare autorevolmente il contenzioso suscettibile di trovare una migliore composizione mediante la soluzione negoziata, raccogliendo il consenso delle parti, elemento fondamentale per la loro responsabilizzazione ed il raggiungimento di proficui e duraturi accordi (Maria Martello, Altalex del 23/03/2014).
Attualmente, purtroppo, la mediazione delegata dal giudice rappresenta solo l’1,9 dei procedimenti svolti in mediazione civile.
La proposta, quindi, è quella fare in modo che i Giudici possano avanzare di carriera anche demandando in mediazione civile i procedimenti iscritti nel proprio ruolo. Obblighiamo gli organismi di mediazione a depositare nelle cancellerie dei giudici i verbali di conciliazione avvenuta e facciamo in modo, quindi, che i giudici possano far carriera che anche con quei verbali, oltre che con la produzione delle proprie sentenze.

Caro Signor Ministro, attendiamo fiduciosi un Suo positivo riscontro, anche al fine di incontrarci per meglio esporLe le nostre ragioni finalizzate alla valorizzazione della mediazione civile, come previsto dalla Comunità Europea e dalla più recente normativa italiana.
Ciò anche per evitare una legislazione schizofrenica con la conseguente dispersione del lavoro svolto dal Ministero in questi ultimi anni.

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