Sottosegretario Mazzamuto sulla Mediazione

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Mazzamuto: “Difendo l’obbligatorietà del tentativo di mediazione”

“Personalmente, considero l’aspetto della obbligatorietà del tentativo di mediazione, circoscritto ad alcune materie, un tassello fondamentale della riforma ed in più occasioni ho avuto modo di difendere tale scelta del legislatore”. Sono le chiare parole del sottosegretario alla giustizia, Salvatore Mazzamuto, intervenuto lo scorso 17 settembre al II Forum Nazionale dei Mediatori Civili e degli Organismi di Mediazione, svoltosi presso la Camera dei Deputati.

Mazzamuto esprime un parere personale in attesa della sentenza della Corte Costituzionale del prossimo 23 ottobre che si dovrà pronunciare proprio sull’obbligatorietà del tentativo di mediazione in alcune materie. Allo stesso tempo il vice ministro ricorda come “la Risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2011 ha riconosciuto la regolarità delle scelte degli Stati membri di rendere obbligatorio il ricorso alla mediazione (o di sottoporlo ad incentivi o a sanzioni), sia prima che dopo l’inizio della procedura giudiziaria, a condizione che ciò non impedisca alle parti di esercitare il loro diritto di accesso al sistema giudiziario. Il Parlamento europeo, pur osservando che la mediazione dovrebbe essere promossa come una forma di giustizia alternativa facoltativa, piuttosto che come un elemento obbligatorio della procedura, ha tuttavia sottolineato i risultati positivi che sono stati conseguiti finora in Italia grazie alla scelta dell’obbligatorietà”.

Mazzamuto si sofferma poi sull’utilità della mediazione. “La conciliazione – afferma il sottosegretario – deve essere promossa non tanto (o non solo) per realizzare un effetto deflattivo del contenzioso civile, ma soprattutto perché rappresenta un ulteriore rimedio offerto ai cittadini per dirimere le controversie in materia civile e commerciale, ampliando il sistema delle tutele“.

Il punto di vista – precisa Mazzamuto – non deve essere quello di uno strumento sostitutivo, ma di una risorsa aggiuntiva in grado di rendere più efficiente il riconoscimento dei diritti dei cittadini“.

Per il futuro Mazzamuto non vede ostacoli al processo di riforma in materia di mediazione. “Il vero ostacolo – afferma Mazzamuto – é la assoluta mancanza di cultura della mediazione nel nostro Paese”.

Poi il vice ministro spiega il funzionamento della mediazione: Le liti sono inevitabili in qualsiasi società, ma il modo di affrontare i problemi può cambiare e diventare più efficiente a seconda delle soluzioni promosse. Uno dei grandi vantaggi della mediazione è che le parti in lite possono dirimere personalmente la controversia, scegliendo la soluzione che si avvicina maggiormente al pieno soddisfacimento degli interessi in gioco. Non vi è un terzo estraneo al conflitto che decide, ma la decisione ultima viene “contrattata” direttamente dagli interessati secondo ciò che risulta loro piú conveniente.

Penso che tutti i presenti siano come me convinti che la mediazione debba essere slegata dal processo e liberata dagli appesantimenti di tipo formale che i colleghi processualcivilisti continuano invece ad affibiare, criticando la riforma e dimenticando che la nuova normativa dovrebbe essere vista sotto una prospettiva differente e scevra da preconcetti pericolosi“.

Infine il sottosegretario si rivolge ai detrattori della riforma e ricorda un vecchio proverbio secondo cui siamo stati creati con due orecchie e con una sola bocca per ascoltare molto e parlare poco. La mediazione civile aiuta a comprendere quanto sia importante valorizzare la capacità di ascolto che ogni buon mediatore dovrebbe tenere ben presente. “Ho purtroppo l’impressione che oggi si assiste al fenomeno opposto: i detrattori delle riforme e del cambiamento parlano troppo, dimendicando che non è possibile compiere le due attività insieme, infatti, se una persona decide di sovrapporsi con le sue parole ad un’altra, rifiuta di ascoltare e di capire le esigenze dell’interlocutore. Stimolare la cultura della mediazione significa anche potenziare la capacità di ascolto e dialogo, consapevoli che la strada per il miglioramento delle condizioni del paese è una strada che dobbiamo compiere tutti nella medesima direzione, se vogliamo arrivare ad un utile traguardo”.

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